Sorridente, entusiasta, zaino in spalle colmo di racconti, Claudio Cerabino è quasi sempre in movimento, possibilmente in bici, come piace a lui, tra un artigiano e l’altro da conoscere e da introdurre nella sua impresa.
Classe ‘88, Claudio nasce a Putignano e cresce a Bari, formandosi nell’ambiente degli scout e delle associazioni a stampo sociale. Si racconta così, sottolineando quanto l’esperienza con gli scout e l’associazionismo abbiano plasmato in modo estremamente formativo l’adulto che è oggi.
Con l’impegno negli anni della scuola in qualità di rappresentante di istituto ho capito bene quanto il mio obiettivo di vita venisse ben rappresentato dal fare qualcosa che avesse un impatto socio economico positivo. In quegli stessi anni ho fondato a Bari il primo gruppo giovani di Amnesty.
Poi, per il percorso di laurea triennale Claudio si trasferisce a Parma dove studia Economia dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, conducendo una vita senza dubbio movimentata. Crea anche qui il gruppo giovani di Amnesty, continua con il suo percorso scout, diventa educatore e prende parte a scambi con università partner in Ruanda e Senegal dove guarda ad approfondire le sue conoscenze sulle iniziative di impresa in ambito agricolo.
In un flusso tematico continuo e coerente, subito dopo aver conseguito la laurea, parte per sei mesi come volontario per una ONG che si occupa proprio di sviluppo locale e sostengo alle piccole imprese in Camerun.
Un percorso formativo e professionale all’insegna dell’impegno sociale: tra Europa, Africa ed Asia
Dopo l’esperienza in Camerun, Claudio frequenta il corso di laurea specialistica in Development Economics alla School of Oriental and African Studies di Londra dove si concentra su studi legati ai Paesi in via di sviluppo e, anche qui, da appassionato dei percorsi di evoluzione delle piccole e medie imprese, scrive una tesi sui distretti industriali in Africa.
L’obiettivo che si prefigge subito dopo l’esperienza britannica si delinea nella ferma volontà di trovare lavoro nel mondo della cooperazione e, in particolare, dello sviluppo del settore privato.
Riesce così a rintracciare una internship presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) di Ginevra, avviando così il suo percorso di carriera nell’ambito della cooperazione.
Dopo un anno e mezzo a Ginevra si trasferisce a Bruxelles, dove per due mesi lavora con la Commissione Europea.
Finché, spostandosi ancora e questa volta particolarmente ad est, instancabile, raggiunge il Vietnam: qui lavora per l’ambasciata italiana, rimanendoci tre anni. Si occupa del sistema di cooperazione italiano per il Vietnam e di progetti sull’ambiente, sulla sanità e, non per ultimi, sullo sviluppo delle piccole imprese locali. Il suo compito diventa quello di supervisionare tali programmi finanziati dall’Italia per il Vietnam, facendo tesoro di non pochi spunti che gli saranno utili in seguito.
L’esigenza di ripensare i ritmi: un viaggio lungo e lento
Dopo i tre floridi anni nel sudest asiatico, Claudio si rende però conto di non immaginarsi in un futuro a lungo termine sempre lì.
Valuta allora l’idea di concedersi un anno sabbatico e programma un viaggio di sette mesi in America Latina, spostandosi tra Cile, Argentina, Bolivia, Perù, Colombia e Messico.
Ho festeggiato i miei trent’anni su un autobus notturno con la stanchezza di chi aveva cercato di fare autostop per due giorni in piena Patagonia, dove le macchine non compaiono neppure nel più futuristico degli scenari. In generale, questa del viaggio in America latina, è stata l’esperienza più arricchente che io abbia mai fatto, ne ho ricavato un senso di libertà assoluta che mai avevo provato fino a quel punto: couchsurfing, autostop, mete senza programma, volevo sentirmi libero e senza vincoli, senza progetti, vivere alla giornata, sperimentando. È stato un viaggio trasformativo grazie alle persone incontrate, al confronto avuto con loro, molte delle quali mi raccontavano di come avevano lasciato vite che non li rendevano felici.
Il ritorno in Europa
Dopo i sette mesi è la volta di una nuova parentesi, Parigi.
Claudio inizia a collaborare con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e continua a farlo poi per tre anni. Qui, nel direttorato per la cooperazione allo sviluppo, si occupa direttamente di scrivere e revisionare i rapporti dei paesi donatori, all’interno delle logiche di cooperazione.
Tuttavia, durante l’esperienza parigina, Claudio non vede in modo diretto gli impatti del suo lavoro: il livello in cui si trova si fa molto, forse troppo alto e il suo entusiasmo inizia pian piano a spegnersi. La sua motivazione cala nonostante sia all’apice della sua carriera.
L’approdo a Loliv
Ma è proprio in questa fase che Claudio inizia a pensare alla possibilità di creare qualcosa di suo che gli faccia tornare la sua grande motivazione. Sfrutta allora questo momento e indirizza le proprie energie verso la creazione di una strada totalmente autonoma.
Mentre è ancora a Parigi inizia a seguire dei corsi di imprenditoria e marketing e, nel chiedersi a che tipo di idea imprenditoriale poter dare avvio, approda ad un concetto che, ancor prima, è solo una parola: loliv.
La parola “loliv” crea una assonanza tra le parole “oliva” ed “ulivo” oltre ad essere in primis un acronimo di “local lives”, concetto che racchiude la mia missione.
Grazie a questa parola Claudio riesce a dare un nome alla sua idea e l’obiettivo da perseguire si fa multiforme: sostenere piccole realtà imprenditoriali pugliesi, promuovere una possibilità di turismo lento, responsabile e autentico, proporre in maniera profonda il territorio all’infuori delle canoniche destinazioni, portare i turisti fuori dai soliti circuiti, tutto in maniera consapevole.
Creando un impatto positivo sul territorio, la mia missione è quella di far vivere esperienze autentiche ai nostri ospiti, “experience local lives”, appunto, esperienze di vita locale, con artigiani appassionati del loro mestiere.
Dunque, Loliv costituisce il frutto di questa combinazione di intenti. Pensando di congiungere quello che aveva imparato a fare, nonché sostenere lo sviluppo delle piccole imprese, Claudio decide di portare questa competenza nella sua terra.
Non potevo immaginare di farlo se non qui.
Con la ferma volontà di restituire ad essa quanto aveva appreso da altre parti del mondo, viaggiando da est ad ovest, con la constatazione che il turismo, in Puglia, nel periodo post pandemia, stava esplodendo.
I primi passi di Loliv: esperienze autentiche con artigiani locali in Puglia
È novembre 2021 quando Claudio lascia Parigi per tornare a Bari dopo quindici anni di vita vissuta all’estero, dando il via ai lavori per Loliv.
Un collega graphic designer con cui aveva lavorato all’OCSE lo supporta nella definizione del logo del progetto.
Tentativi su tentativi, colori e font da combinare, tanto scambio divertente. Finché non siamo approdati all’arancio del nome e al disegno di un ramo di ulivo colorato immediatamente sopra.
Al fine di impostare coordinate puntuali per Loliv, Claudio studia con meticolosità quanto già presente sul mercato, prendendo parte al progetto Estrazione dei Talenti finanziato dalla Regione Puglia della durata di sei mesi in cui ha possibilità di ricevere consulenze da esperti di vari ambiti che lo supportano nel mettere su il proprio business.
Non abbiamo ricevuto fondi pubblici, ma consigli e suggestioni da parte di esperti che ci hanno aiutato molto, ad esempio a strutturare il sito.
L’impegno quotidiano di Claudio diventa a questo punto rintracciare artigiani per tutta la Puglia. Una volta entrato in contatto con le imprese che Claudio definisce “belle realtà da raccontare”, propone loro la sua idea di promozione dell’esperienza.
I valori di Loliv: autenticità, sostenibilità e inclusività
Il 2022 è l’anno della sperimentazione, il vero anno zero, l’anno in cui Claudio inizia ad organizzare e presentare le prime esperienze e dunque a validarne la promozione.
Nel 2023 invece, mettendo su l’attività e dividendo compiti e obiettivi, Claudio inizia ad instaurare rapporti con collaboratori, tra cui Elisa Schiavoni, che diventa co-founder e responsabile partnership e vendite. Passo dopo passo, la nascente Loliv inizia a carburare e nel 2024 è chiaro il salto di qualità dell’impresa.
Abbiamo iniziato a collaborare con tour operator nazionali ed internazionali che organizzano tour in Puglia, portandovi turisti da tutto il mondo. In vista del prossimo anno contiamo di costituirci noi stessi come tour operator, vendendo pacchetti di esperienze che tutelino sempre le nostre idee di autenticità, sostenibilità e inclusività.
Vogliamo avere un impatto economicamente e socialmente sostenibile: dal punto di vista economico perché sosteniamo gli artigiani e dal punto di vista sociale perché quello che proponiamo è un turismo che mantiene in vita le tradizioni e la cultura locale, valorizzandole. Potenziando l’artigianato, ci promettiamo anche di portare in alto il concetto di sostenibilità ambientale: conducendo tour tramite mezzi non inquinanti, evitando la plastica e utilizzando principalmente il vetro, per esempio. Ambiamo ad offrire delle proposte che siano inclusive e fruibili anche da parte di persone con disabilità.
Il sito di Loliv, come racconta Claudio, è stato creato affinché sia facilmente accessibile a persone non vedenti e con contrasti minimi di colore che possano facilitarne la vista da parte di chi ha problemi visivi.
In futuro, Claudio vorrebbe anche occuparsi di sensibilizzazione in senso stretto, ovvero proponendo delle sessioni formative che possano consapevolizzare maggiormente gli artigiani sulla necessità di aprire i tour ai disabili, incentivando le strutture ricettive ad offrire mezzi anche per persone con mobilità ridotta.
L’impegno di Claudio si riversa anche sul fronte della comunità LGBTQIA+. Anche qui, nel tempo, l’idea di Claudio è quella di arrivare a strutturare esperienze che siano condotte da persone che fanno parte di tale comunità.
Artigiani e visitatori in uno scambio reciproco
Oltre ad occuparsi della fase di scouting, Loliv si premura di aiutare le imprese individuate a migliorare la presentazione delle loro realtà, per poi, di conseguenza, definire al meglio la struttura dell’esperienza.
Tutte le esperienze di Loliv sono orientate al mantenimento di uno standard qualitativo alto. Pur prevedendo che l’artigiano sia il protagonista della scena, non rinunciano alla parte interattiva con il visitatore, il quale non diviene solo spettatore ma, toccando con mano e sperimentando propriamente il mestiere del primo, si fa co-protagonista del tutto.
L’artigiano non si sente rappresentato dal concetto di lezione frontale bensì dal conseguente incontro con le persone che lo ascoltano e che si tramuta in uno scambio a tutti gli effetti. Quello che nella società di oggi è un mestiere fuori dalle logiche dei grandi consumi, viene invece apprezzato attraverso l’esperienza che ne esalta le numerose qualità. L’artigiano percepisce il valore di quanto crea grazie a questa restituzione di stima. È solo così che si entra veramente in contatto con le vite dei locali: cercando di instaurare delle connessioni sul piano umano e facendo in modo che intercorra autenticità nell’incontro tra le persone.
Le piccole imprese ci guadagnano direttamente in termini di motivazione, ma anche in ottica di potenziale acquisizione di nuovi clienti, ampliando così il loro raggio di influenza nel rispettivo ambito commerciale.
Gli artigiani nel tempo continuano a darci bellissime testimonianze sul come Loliv abbia aiutato il loro business a crescere e a portarsi avanti.
Oggi il target principale di Loliv è evidente come non sia rappresentato dai soli turisti, ma anche dagli stessi cittadini pugliesi che vogliono scoprire meglio le loro tradizioni e toccare con mano i mestieri di una volta.
“Bellissima esperienza in un caseificio artigianale nel cuore della Puglia. Vedere come da un secchio di latte si arriva al formaggio fatto e finito è incredibilmente affascinante. Complimenti a Claudio per l’idea e l’organizzazione. Assolutamente consigliato per chi vuole scoprire la Puglia reale, lontano dal turismo di massa.” Si legge in una delle tante recensioni sul sito.
Una carrellata di experience
Attraversando i tre filoni di arte, cibo e natura, le esperienze che oggi Loliv può vantare sono all’incirca venti.
Tra le più richieste ci sono sicuramente quella sulla mozzarella a Putignano presso un caseificio artigianale in cui, mi piace precisarlo, le vacche sono libere di pascolare e i formaggi vengono prodotti in modo tradizionale; quella sulla ceramica a Grottaglie con un maestro torniante, il quale opera in una bottega storica che si porta avanti da ben tre generazioni di maestri; e l’esperienza sull’olio, il cui artigiano ha vinto dei premi in qualità di piccolo produttore di olio monocultivar. Molto promettenti anche le lezioni di cucina: da quelle condotte dalla chef vegana che propone tipiche e povere ricette pugliesi, vegane per loro natura; a quelle di pasticceria pugliese e su cibi tradizionali pugliesi. Infine, sono molto apprezzate anche l’esperienza organizzata in una distilleria artigianale incentrata sulla produzione di gin, le lezioni di pizzica, o ancora l’esperienza nel mandorleto dove gli organizzatori abbinano la visita nel contesto rurale ad un massaggio al corpo accompagnato da olio di mandorle.
Come conoscere i luoghi attraverso gli occhi di un locale speciale
Per prendere parte ad una esperienza promossa da Loliv è fondamentale procedere con la registrazione tramite il sito.
Loliv fornisce anche la possibilità di regalare buoni, format che, racconta Claudio, spopola molto tra i pugliesi in occorrenza di varie festività.
I nostri artigiani non vedono l’ora di incontrarti e coinvolgerti per mostrarti quello di cui sono capaci. Registrati subito a una delle nostre esperienze! Ti aspettiamo a braccia aperte!
È questo l’invito che fa Claudio direttamente sulla piattaforma. E da utenti che intercettano la qualità della sua offerta anche solo guardando al sito, accogliere questo invito a braccia aperte è cosa naturale.
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