Ha preso in mano i terreni di famiglia, quell’uliveto ereditato da suo nonno. E lì, dov’era cresciuta, ha gettato i primi semi della sua rivoluzione agricola, dando nuovo colore alla stessa tela che ha accompagnato i suoi primi passi. Quella rinnovata vernice posata sullo stesso quadro d’infanzia, composto da muretti a secco e trulli, è l’agricoltura organica e rigenerativa, che ha dato un diverso impulso alle coltivazioni.
A firmare il progetto è Emila Blasi, 45 anni, originaria di Grottaglie, in provincia di Taranto. Lei, dopo aver vissuto a Roma sedici anni, ha deciso di tornare indietro, da dove tutto è partito. Ha scelto i suoi campi.
Ci hanno cacciato dalla terra perché dicevano che non portasse da nessuna parte. Ci hanno raccontato che era un lavoro poco redditizio, fatto di tanto sacrificio. Per questo la nostra generazione è stata indirizzata verso il posto fisso, verso la ricerca di un futuro migliore, andando alla ricerca di condizioni lavorative più stabili – dice Emilia. Ma in me è scattato un movimento contrario, che mi ha riportato indietro, perché la mia visione della vita era ed è diversa. E oggi questa scelta mi ha permesso di fare un lavoro che mi piace e di poter vivere di questo.
Lasciare Roma e tornare a Grottaglie
Così Emilia ha lasciato capitale e posto fisso per fondare dieci anni fa, a Grottaglie, la sua città, una realtà imprenditoriale specializzata nella produzione di uva da tavola attraverso metodi naturali e rispettosi dell’ambiente. Uva che, dalla terra, poi arriva a mercati, botteghe, supermercati e tavole d’Italia e d’Europa.
La nostra mission è creare un modello di produzione sostenibile e innovativo che protegga l’ambiente, promuova la biodiversità e garantisca la qualità del cibo – racconta Emilia. Vogliamo coinvolgere la comunità, educare le nuove generazioni e offrire cibo sano e naturale, coltivato con rispetto per la terra, senza dunque l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Aspiriamo a essere un esempio per altri agricoltori, dimostrando che è possibile coniugare innovazione, sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Emilia Blasi è tra gli oltre 4 mila produttori formati dall’organizzazione Deafal in tecniche AOR.
In Italia, il 74 per cento dei suoli ha un contenuto di sostanza organica inferiore al 2 per cento – continua. Nei nostri terreni, attraverso l’adozione di queste tecniche, siamo invece riusciti in pochi anni ad aumentare dello 0,87 per cento la fertilità. Sebbene in crescita rispetto agli anni precedenti, i prodotti provenienti da agricoltura rigenerativa rappresentano una percentuale ancora limitata. Per questo vogliamo diffondere queste pratiche sostenibili e formare quanti più soggetti possibili. Siamo sulla buona strada.
Figlia della terra, Emilia Blasi torna alla terra
L’obiettivo, dunque, è diffondere questi processi, affinché il quadro di Emilia non resti un esempio unico, ma dipinga sempre più campi in tutta la Puglia. E non solo. Per questo, per portare avanti il suo progetto, l’imprenditrice ha lanciato una raccolta fondi che ha l’obiettivo di sostenere il suo lavoro, al fine di raggiungere diversi nuovi risultati, a partire proprio dall’attività di formazione di tecnici e coltivatori. E, tra le idee future, c’è anche la realizzazione di un orto biodiverso e la ricerca di antiche varietà e nuovi impianti di uva.
Figlia della terra, Emilia è tornata alla terra.
I nostri nonni facevano i contadini. Mio padre, invece, un doppio lavoro. L’operaio di mattina e il contadino di pomeriggio. O il contrario, a seconda dei turni. Anche mia madre, casalinga, ha sempre lavorato anche in campagna. Come hanno reagito al mio ritorno alla terra? All’inizio erano scettici, legati all’idea del posto fisso. Ma poi hanno accettato la mia scelta, e insieme abbiamo portato il nostro terreno in una nuova direzione. Non è stato difficile, perché, in ogni caso, è da generazioni che non utilizziamo prodotti chimici.
Agricoltura organica e rigenerativa: la nuova frontiera
Così è nata la produzione di uva da tavola, albicocche e ortaggi da agricoltura organica e rigenerativa: è la nuova frontiera di un’agricoltura di qualità sostenibile che combatte l’impoverimento del territorio, aumenta la fertilità dei suoli e protegge l’ambiente.
Soprattutto, la sua azienda ha unito la tradizione e le conoscenze con l’innovazione nel campo dell’ecosostenibilità, coltivando i propri prodotti seguendo le tecniche e i principi dell’agricoltura organica e rigenerativa, quindi eliminando l’uso di fertilizzanti chimici, pesticidi e altre sostanze non biologiche.
Tra le produzioni di uva da tavola, spicca quella del Reginone, una varietà antica di uva Regina recuperata e rimessa in produzione: è la cultivar, caratteristica del territorio tarantino e brindisino, dolce, croccante e profumata, dal sapore e profumo tipico. Negli anni ha perso mercato, soppiantata da varietà più commercialmente produttive, ma rappresenta un valore per la storia e la tradizione agricola locale. Ed è per questo che la famiglia Blasi sta cercando di riportare in vita questa produzione, che racchiude in sé la storia dell’agricoltura locale. Anche le albicocche e l’orto rispettano gli stessi princìpi, dalla qualità sostenibile al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del territorio.
Coltivare connessioni e portare cibo genuino e sano sulle tavole
Queste linee guida dei vigneti e del giardino di Blasi Azienda Agricola portano, quindi, sulla tavola il gusto dei frutti di una volta, insieme a una rinnovata e sempre più grande consapevolezza del rispetto dei ritmi della natura.
La nostra visione è creare un sistema agricolo che promuova la biodiversità, riduca l’impatto ambientale e garantisca la sostenibilità economica per gli agricoltori locali – conclude. Vogliamo coltivare connessioni più forti tra produttori e consumatori, portando sulle tavole cibo fresco, genuino e coltivato con amore e rispetto per la terra. Insieme possiamo fare la differenza e dare un futuro più verde e prospero per le generazioni a venire.
Che Dio ti benedica sempre sempre sempre
Grazie del feedback, Sabrina! Ci fa molto piacere che le sia piaciuta così tanto la storia di Emilia Blasi e del lavoro che sta facendo.