Dall’uva all’etichetta: Tenute Nettis a Gioia del Colle

da | Dic 19, 2024 | Storie di Puglia

C’è chi sceglie di seguire le orme segnate dai nonni, per continuare un percorso senza rinunciare al cambiamento e allo sguardo al futuro. C’è chi, nato in Puglia, decide di restare e guardare dritto davanti a sé per prendere in mano il testimone e fare un passo avanti. L’azienda vitivinicola Tenute Nettis, con sede a Gioia del Colle, in provincia di Bari, segue questa direzione.

La nostra storia è apparentemente breve, ma in realtà è molto antica.

Inizia a raccontare così Marzio Nettis, proprietario dell’azienda insieme a suo fratello Donato e ai suoi genitori, Giovanni e Rosa. 

Marzio con suo padre Giovanni

Questa realtà, infatti, trae origine all’indomani della Seconda guerra mondiale. Era il 1946, l’anno in cui un referendum in Italia segnò la fine della monarchia e l’inizio della Repubblica. Il nonno di Marzio (Vito Donato Nettis, detto “Donatuccio”), tornato dal fronte, acquistò un casolare. È qui che è cominciata una storia.

La nostra azienda è aperta dal 2017. Ma, come si evince dal nostro stemma, la vera creazione risale al 1946, quando mio nonno, tornato dalla guerra, iniziò sia la coltivazione di uva sia la produzione di vino Primitivo. Ma non si dedicava al commercio al dettaglio.

Quello che il nonno aveva iniziato a costruire, poi, passa nelle mani del padre di Marzio, Giovanni Nettis, che continua a portare avanti la produzione di uva e di Primitivo. La svolta, infine, arriva all’inizio del nuovo millennio.

Nonno Donatuccio – fotografia di Pietro Rocco Bradascio

Scj’o, il primo marchio dal nome parlante

Nel 2005 i fratelli Nettis lanciano il primo marchio, chiamato Scj’o. Non è un caso il nome Scj’o. Questo termine, infatti, dal suono morbido ed elettrizzante che ricorda la parola show, ha un significato ben preciso: è il nome dialettale di Gioia del Colle, la città dei Nettis. Quella nella quale producono i loro vini. Il centro di gravità permanente, la condizione senza la quale non ci sarebbero le bottiglie che provengono da quell’uva e da quella terra. 

Non a caso, sul sito di Tenute Nettis si legge:

Accarezzati da una terra magica, intrisa di passioni, leggende e tradizioni, crescono i fantastici vigneti delle Tenute Nettis. È proprio nella splendida campagna di Gioia del Colle, la stessa che ha ospitato le interminabili battute di caccia del grande Federico II e che ha visto nascere uno dei vini per eccellenza, il Primitivo.

Il Primitivo: la firma del territorio pugliese.

fotografia di Pietro Rocco Bradascio

Le undici bottiglie di Tenute Nettis

Ma è nel 2017 che la storia attuale di Tenute Nettis ha inizio. Quella che ha portato questo vino ad avere la sua conformazione attuale, che prende così varie forme: il Primitivo IGP Puglia (13 e 14%), il Primitivo Amabile, il Rosato (fermo e frizzante) e la Malvasia Bianca. Per un totale di undici bottiglie, che meritano di essere elencate:

  • Riserva (Primitivo Doc Gioia del colle);
  • Doc (Primitivo Doc Gioia del colle);
  • Quattordici (IGP Puglia);
  • Tredici (IGP Puglia);
  • Amabile (IGP Puglia);
  • Rosato (IGP Puglia);
  • Rosè (IGP Puglia);
  • Rosae (IGP Puglia);
  • Fiano (IGP Puglia);
  • Malvasia (IGP Puglia);
  • Verdeca (IGP Puglia).

E così, tenendo sempre ben in mente quel casolare dal sapore ottocentesco acquistato nel 1946 da Donatuccio, l’azienda Nettis prende la conformazione che ha ora.

Tutto prende forma dal cognome di nostro nonno.

Tenute Nettis, appunto.

fotografia di Pietro Rocco Bradascio

fotografia di Pietro Rocco Bradascio

Dal sogno di infanzia alla realtà dell’azienda

Siamo nati in questa realtà. Cioè quella del vigneto, dell’uva e della trasformazione di questa in vino. Ci siamo dedicati man mano sempre di più. E alla fine ne abbiamo fatto una nostra realtà.

Marzio ha 33 anni. Suo fratello dieci di più, 43. Insieme portano avanti una storia e una missione.

Di questa nostra realtà abbiamo cercato di coglierne il meglio e quindi abbiamo iniziato a dedicarci alla produzione di bottiglie. E, ancora adesso, siamo in continua evoluzione: abbiamo piantato altre tipologie di uva e vogliamo affacciarci anche alla spumantizzazione. Tra dieci anni come ci immaginiamo? Vorremmo creare esperienze di degustazione ed eventi privati.

fotografia di Pietro Rocco Bradascio

Una strada, quella dei fratelli Nettis, che guarda diritta alla qualità. Nonostante – come tutte – abbia le tipiche curve di un percorso di campagna, come i sentieri che colorano la Puglia e che sono vividi nella mente di Marzio.

Un ricordo della mia infanzia? Sicuramente il momento della vendemmia. La vendemmia è un momento di festa. Ma ricordo, appunto, che coincideva con il periodo dell’inizio della scuola: settembre. Volevo a tutti i costi saltare per qualche giorno le lezioni e passare il tempo tra la luce dei campi. Ma mio padre mi accompagnava a scuola. E io non vedevo l’ora che suonasse la campanella per guardare la vendemmia. E partecipare.

fotografia di Pietro Rocco Bradascio

E oggi, quel ricordo e quella passione per l’uva e la vigna è diventata un mestiere. Che porta con sé soddisfazioni.

Abbiamo fatto tanta strada e siamo contenti. Ma non è finita qui. Il regalo più grande? Quando chi assaggia il nostro vino ci fa capire che è molto soddisfatto. E sorride: è molto piacevole e gratificante. Perché lì si concretizza tutto il lavoro fatto, dalla trasformazione di uva in vino e da vino in etichetta. Tutto viene ripagato.

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