Maschere tipiche del Carnevale in Puglia

da | Feb 6, 2025 | Storia, arte e cultura

Febbraio è il mese in cui le maschere del Carnevale in Puglia prendono vita, portando in scena tradizioni secolari e un’esplosione di colori. Ogni anno, le città pugliesi si animano con sfilate di carri allegorici, balli e folklore, creando un’atmosfera festosa che anticipa l’ingresso nella Quaresima. Un’occasione imperdibile per scoprire usanze uniche e affascinanti, che arricchiscono il panorama delle celebrazioni carnevalesche italiane.

Le maschere sono un elemento distintivo di questa ricorrenza, ciascuna con una storia e un significato che affondano le radici nella propria cultura locale.

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Alla scoperta delle maschere tipiche del Carnevale in Puglia: storie e celebrazioni regionali

Le maschere tradizionali del Carnevale sono il riflesso della storia e delle usanze dei vari territori. Ognuna di esse racconta delle vicende fatte di satira, arte e identità popolare, rappresentando spesso una via di fuga dalla realtà quotidiana e un’opportunità di trasformazione.

Che siano allegre o minacciose, le maschere incarnano l’essenza stessa della festa, simbolo di un mondo in cui le regole si piegano alla fantasia e alla liberazione.

Farinella: la maschera di Putignano

Farinella è senza dubbio, tra le maschere del Carnevale in Puglia, la più rappresentativa ed è originaria di Putignano, che vanta di maestose sfilate di carri allegorici che attirano visitatori da tutto il mondo. Il nome stesso richiama il legame con la cucina contadina: la farinella è una farina di ceci, ingrediente base dell’alimentazione popolare, e la maschera rappresenta proprio il mondo rurale e le sue usanze. 

Questa maschera tipica indossa un abito coloratissimo decorato con campanelli ed è spesso accompagnata da una lunga barba bianca che sta a simboleggiare l’anzianità e la saggezza del contadino. La maschera di Farinella è, infatti, protagonista di numerosi canti e balli durante le sfilate e il suo ruolo è quello di “sfidare” la vita quotidiana, esorcizzando le difficoltà con il sorriso e il riso.

Nell’ambito del Carnevale di Putignano, Farinella è un’icona di liberazione, un personaggio che si stacca dalle rigide convenzioni sociali e porta con sé il desiderio di ridere e divertirsi, unendo tutti in un’atmosfera di festa collettiva.

Il significato di Farinella non si limita, però, alla semplice allegoria del contadino; essa incarna anche il contrasto tra ricchezza e povertà, tra natura e civiltà.

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Tradizione, allegria e la maschera di Ze Peppe a Manfredonia

Con il volto mascherato da una maschera di cartapesta e il corpo ricoperto da abiti stracciati, Ze Peppe rappresenta il contadino che, attraverso l’ironia e la satira, sfida le difficoltà della vita quotidiana. La maschera di Ze Peppe è simbolo di saggezza popolare e divertimento, ma è anche legata a una tradizione simbolica che segna la fine delle festività

La morte di Ze Peppe rappresenta la conclusione del Carnevale e l’inizio della Quaresima, un passaggio dal periodo di allegria a quello di penitenza.

La sua morte, non è solo un evento drammatico, ma anche una celebrazione del ciclo della vita e della rinascita, un tema ricorrente nelle tradizioni carnevalesche. Attraverso la fine di questa figura ironica, si sancisce il ritorno alla normalità e all’ordine sociale, ma sempre con la consapevolezza che, come ogni anno, la festa tornerà.

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Le maschere tradizionali del Carnevale di Corato: u’ Panzòne, la Vecchiaredd e u’ Scerìff

Ben tre sono le maschere del Carnevale di Corato, emblema delle peculiarità sociali e culturali della città.

La maschera di u’ Panzòne

U’ Panzòne, con il suo aspetto imponente e il corpo esageratamente gonfio, simboleggia l’ostentazione della ricchezza e la falsa generosità di chi vuole apparire senza avere sostanza. Questa maschera è una critica alla società materialista, un personaggio che incarna l’eccesso e l’arroganza, ma anche la capacità di far riflettere sulla superficialità dei comportamenti.

La maschera della Vecchiaredd

La Vecchiaredd è la vedova di Carnevale, un personaggio triste e malinconico, che chiude simbolicamente il ciclo di festeggiamenti. Con il suo volto segnato dalla sofferenza e il corpo ricurvo, la Vecchiaredd rappresenta il passaggio dalla festa alla espiazione dei peccati, anticipando l’inizio della Quaresima.

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La maschera di u’ Sceriff

Infine, u’ Scerìff prende vita durante il boom economico degli anni ’50-’60. E’ un omaggio alla cinematografia hollywoodiana e ai film western. Con il suo cappello da cowboy e l’aria da uomo di legge, questa maschera riflette la prosperità e l’ambizione di un’epoca che ha visto un cambiamento radicale nel tessuto sociale ed economico di Corato. 

La maschera di u’ Scerìff è anche una parodia del potere e della giustizia, incarnando l’autorità che si mescola con il divertimento tipico del Carnevale.

Gibergallo, l’anima del Carnevale di Massafra

La maschera Gibergallo è una delle espressioni più autentiche e affascinanti della tradizione massafrese

La sua denominazione deriva dalla combinazione del suo nome: Gilberto Gallo. Questo personaggio, infatti, è rappresentato con la figura del clown, con il viso coperto da una maschera che gli conferisce un aspetto grottesco e comico, indossa un frac nero e porta un gallo al guinzaglio.

La maschera Gibergallo è solitamente decorata con colori vivaci che sta a simboleggiare il contrasto tra la razionalità e la follia. Spesso il costume comprende abiti stravaganti, con piume e stoffe colorate, che richiamano il carattere di esuberanza e ribellione tipico del Carnevale.

Il significato di Gibergallo

Come molte maschere del Carnevale in Puglia legate alla tradizione, Gibergallo si lega al concetto di liberazione e rottura con le convenzioni sociali.

Questa maschera è anche una metafora della trasformazione: così come il Carnevale segna la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, la figura del Gibergallo rappresenta la transizione da una condizione a un’altra, il passaggio da un ordine a un disordine che, però, porta sempre con sé una nuova energia vitale.

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Lu Titoru: il volto della tradizione carnevalesca salentina

La figura di Lu Titoru (Teodoro) affonda le radici nelle tradizioni popolari locali, rappresentando una figura comica, ma anche una sorta di “antieroe” che incarna la saggezza e l’arguzia del popolo gallipolino.

Questa maschera simboleggia il giovane Teodoro, un ragazzo che, tornato dal servizio militare, chiese alla madre di cucinargli il suo piatto tanto adorato: le polpette

La vicenda si conclude tragicamente con la morte di Teodoro, causata da un’indigestione o, secondo alcune versioni, da una polpetta rimasta incastrata.

Titoru, raffigurato da un fantoccio con il volto dipinto di giallo e rosso, viene portato in processione. A piangerlo ci sono le prefiche, impersonate da ragazzi travestiti da donne anziane in segno di lutto, e la madre, conosciuta come Caremma, che incarna il simbolo della Quaresima alle porte.

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L’ómene cùrte e il simbolo “vivo” del Carnevale di Sammichele di Bari

L’ómene cùrte è una figura affascinante e simbolica, una maschera legata alla tradizione più antica di Sammichele di Bari. Si presenta come un personaggio misterioso, coperto per gran parte del corpo da un cappuccio di iuta (u sàcche) e un setaccio (u farnàele) calato sulla testa, che lo rende quasi irriconoscibile. 

La sua sagoma appare buffa ed enigmatica al tempo stesso: una giacca stretta in vita, con una mazza infilata nelle maniche, dà forma a braccia rigide, concluse da due guanti imbottiti che simulano mani ferme. 

È una maschera che unisce elementi della cultura contadina e della teatralità popolare, incarnando l’essenza di un’antica usanza folkloristica e rappresentando l’astuzia e la resilienza dei lavoratori agricoli.

Durante il Carnevale sammichelino, l’ómene cùrte anima i festini, le tradizionali sale da ballo, portando allegria e mantenendo viva una tradizione che affonda le sue radici nel XIX secolo. 

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Tutte queste maschere tipiche pugliesi, come l’ómene cùrte, non sono solo travestimenti, ma veri e propri custodi di tradizioni, simboli di un’identità culturale che si tramanda con orgoglio e passione, continuando a raccontare la storia e l’anima autentica della nostra terra.

4 Commenti

  1. Maria Carmela Susca

    Articolo interessante che permette di scoprire l’’identità culturale, storica , tradizionale di territori più vicini o lontani da noi.Leggendo ho conosciuto maschere delle quali non sapevo. Avanti tutta! 👏👏👏

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    • Priscio di Puglia

      Grazie mille del supporto – e felici di sapere che ha scoperto nuove maschere del Carnevale pugliese!

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  2. Desireè

    Manca una maschera che ravviva il carnevale di Martignano cioè Lu Paulinu

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    • Giulia Maio

      Grazie Desireè, sarà nostra premura aggiungerla all’articolo!

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