Natale in Puglia: proverbi e tradizioni dialettali

da | Dic 9, 2024 | Storia, arte e cultura

Il Natale in Puglia è un momento unico, in cui la famiglia e le tradizioni si fondono, dando vita a celebrazioni ricche di calore, fede e saggezza popolare.

Durante le feste, le case si riempiono dei sapori tipici, dei sorrisi dei bambini e delle usanze legate a questa magica stagione. Il dialetto pugliese, con i suoi proverbi e modi di dire, diventa il linguaggio del cuore, capace di trasmettere consuetudini tramandate di generazione in generazione. 

Il Natale diventa così un’occasione per riscoprire antichi valori e rafforzare i legami familiari.

Natale in Puglia: l’importanza del dialetto nelle riunioni familiari 

In Puglia il Natale non è solo una festività, è un ritorno alle radici, alle famiglie unite attorno a una tavola ricca di piatti tradizionali e di racconti in dialetto.

I nonni e i parenti più anziani spesso usano espressioni dialettali che raccontano delle loro esperienze passate, dell’importanza del dialetto e del rispetto per le tradizioni in un tempo in cui ogni parola aveva un peso. 

Sappiamo bene che la cultura popolare si tramanda attraverso la forma orale, quindi attraverso il dialetto.

Appartenenza familiare nei detti pugliesi

Riportando uno dei modi di dire più utilizzati e conosciuti troviamo “Natale a caste e Pasche addò te jacchje” (in dialetto sammichelino) ovvero Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Questo detto tipicamente italiano, lo ritroviamo nelle diverse regioni, ciascuna con il proprio modo di esprimerlo ma sempre con lo stesso valore di affetto e appartenenza familiare.

Il Natale è sempre stato considerato un momento intimo e domestico, celebrato in inverno, quando il clima rigido favoriva riunioni al chiuso e momenti di raccoglimento. Le famiglie si riunivano attorno al focolare, e il periodo natalizio era un’occasione per rafforzare i legami familiari e prepararsi spiritualmente al nuovo anno. 

Al contrario, Pasqua cade in primavera, una stagione associata alla rinascita, alla natura che rinasce e alla socialità. Tradizionalmente, questo periodo era visto come un’opportunità per uscire, fare gite e celebrare all’aperto. Così, Pasqua è diventata meno vincolata alla cerchia familiare, e ciò ha dato origine alla libertà espressa nel “con chi vuoi.”

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La veglia di Natale in Puglia: un omaggio alla Natività e spiritualità

Il Natale, nelle tradizioni popolari, è spesso legato a usanze e detti che riflettono valori profondi come la spiritualità e la celebrazione della Natività

Un’espressione tipicamente pugliese che esprime la sacralità e la gioia della notte di Natale è “La notte du Natale nan se dorme ca è fatte figghje maschele la Madonne” (la notte di Natale non si dorme che ha fatto il figlio maschio la Madonna). L’idea di “non dormire” nella notte di Natale è un omaggio simbolico al miracolo della nascita di Gesù, il “figlio maschio” della Madonna. 

In molte tradizioni popolari, si considera questa notte come un momento di gioia e veglia, un po’ come farebbe una famiglia con l’arrivo di un neonato. È un richiamo alla festa e alla veglia in attesa del Salvatore. 

Questo detto, in sostanza, evidenzia come il Natale non sia solo un giorno da celebrare ma un evento da vivere intensamente, interrompendo anche il riposo per partecipare alla meraviglia della nascita. È una forma di priscio culturale e religioso che esprime l’importanza di sentirsi uniti nel momento della Natività

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Tradizioni natalizie e dinamiche economiche: intreccio tra spiritualità ed economia

A Natale, la dimensione spirituale si intreccia con quella economica, creando un equilibrio tra fede e consumo

In questi giorni potremmo sentire un barese dire: “A Pàsque e a Natàle s’arrecchèsscene le fernàre. Passàte ca sò le fìiste vonne cercànne terrìse m-bbrìiste” (A Pasqua e a Natale si arricchiscono i fornai. Passate le feste, vanno cercando soldi in prestito). 

Questo proverbio riflette una dinamica economica comune nelle società tradizionali, legata al ciclo delle festività e al consumo di beni specifici.

Storicamente, infatti, durante le festività di Natale e Pasqua, il consumo di pane, dolci e prodotti da forno aumentava notevolmente, portando prosperità temporanea ai fornai. Tuttavia, questa abbondanza era spesso di breve durata: una volta finite le festività, la domanda si riduceva drasticamente, facendo calare le entrate dei fornai e lasciandoli spesso in difficoltà finanziarie nei mesi successivi.

La condivisione del dialetto e dei detti popolari è soprattutto un mezzo per sentirsi più vicini alle proprie radici e alla propria terra, soprattutto per coloro che vivono lontani e tornano a casa solo in occasione delle feste.

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Mottetti, canti popolari e filastrocche natalizie

Durante le feste natalizie pugliesi, la magia della tradizione si accende con le canzoncine popolari e le filastrocche.

Per quanto mi riguarda, il Natale è sempre stato legato ai canti tradizionali del mio paese, Sammichele, che da bambina risuonavano nelle stanze di casa e che cantavo in giro con gli amici. 

Negli anni, con mia madre, riportavamo in vita quelle melodie antiche e quei mottetti popolari, e quest’anno, con il suo prezioso aiuto, sono riuscita a ritrovare alcuni testi che credevo ormai perduti. Tra una strofa e l’altra, rivivo i momenti di un tempo, il calore delle sere d’inverno e l’allegria del canto condiviso

Tra questi testi, uno in particolare, Indagando nel passato…Oggi dell’Istituto Comprensivo Statale di Sammichele di Bari edito da SUMA Editore, riporta un canto popolare natalizio sammichelino che ancora oggi ricordo a memoria, Tiralolott Tiralolott. 

Rappresenta un inno alla nascita di Gesù e riflette la semplicità e l’umiltà della scena della Natività. 

Ogni strofa racconta un dettaglio del presepe, usando un linguaggio semplice e immagini tipiche della tradizione pugliese, trasmettendo così la meraviglia e la dolcezza dell’evento sacro. Il titolo è un richiamo a “tirare” e “andare via”, come a voler incitare l’ascoltatore ad avvicinarsi e prestare attenzione alla storia che sta per essere raccontata. 

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Canto natalizio sammichelino Tiralolott Tiralolott – testo e traduzione

Ritornello

Tiralolott Tiralolott

sciamaninne

ca è fatte notte.

Tiralolott Tiralolott

sciamaninne ca è fatte notte.

E la notte du Natale 

fò na fèsta prencepale;

e nascì nostro Signore 

jinde a na povera mangiatore.

E lu vove e lu asenjdde,

San Gesèppe u vècchiarjdde.

San Gesèppe accatte la fasse, 

la Madonne u pigghje e lu mbasse.

E lu mbasse a canneline,

nènna nènne Gêsu Bambine.

E lu mbasse a cannelone, 

nènna nènne Gesù d’amore. Rit.

E la Vergenèlla Sante 

grande figghje de Sant’Anne

e mbrazze su vè pertanne

cure figghje granne granne.

Che na vèsta turcanèlle

ammeratele quant’è bèlle,

che na vèste gialle e d’ore 

ammerate nostro Signore. Rit.

Quanne l’iangele scèvene cantanne

gloria a Dì e a tutte i vanne 

percè è nate Gèsù Bambine 

jinde a na grotte stamatine.

Vu scennite care stèlle, 

vu scennite core bèlle,

e jè nate u Rèdèntore 

jinde a na povera mangiatore. Rit.

TRADUZIONE:

Tiralolott Tiralolott

Andiamo via perchè è tarda notte.

Tiralolott Tiralolott

Andiamo via perchè è tarda notte.

La notte del Natale

Fu una festa principale

Nacque Nostro Signore

In una povera mangiatoia

Il bue e l’ asinello, 

San Giuseppe il vecchierello;

San Giuseppe compra la fascia

La Madonna lo prende e lo fascia.

E lo fascia a mo’ di confetto, 

Ninna nanna Gesù Bambino

E lo fascia a confettone

Ninna nanna Gesù d’amore.

La Verginella Santa

Grande figlia di Sant’ Anna

In braccio se lo porta

Quel figliolo grande grande

Con un vestito turchino

Ammirate quant’ è bella

Con un vestito giallo e oro

Ammirate Nostro Signore!

Quando gli angeli cantavano

Gloria a Dio e dovunque

Annunciavano la nascita di Gesù Bambino

In un grotta nelle prime ore del mattino.

Scendete care stelle

Scendete, cuori belli, 

perché è nato il Redentore 

In una povera mangiatoia.

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A tavola con la tradizione: i piatti tipici che raccontano il Natale in Puglia

Uno dei momenti più attesi del Natale in Puglia è la cena della Vigilia di Natale, quando le famiglie si riuniscono per un pasto abbondante e ricco di sapori locali

La cucina, i piatti tipici e le tradizioni natalizie cambiano volto da un paese all’altro, riservando sorprese sia per la sera della Vigilia, dedicata alla sobrietà dei giorni di magro, sia per il giorno di Natale, quando la tavola si arricchisce di portate elaborate. 

Così, ogni angolo della Puglia celebra a proprio modo, portando alla luce la varietà culturale e gastronomica che rende questa regione unica. 

Per esempio, tra i piatti tipici che raccontano il Natale a Bari  per il menù della Vigilia troviamo:

  • il crudo di mare (u ccrute); 
  • il capitone arrosto (u capetòne arrestute); 
  • le pettole (i pèttole in barese o pittule in leccese);
  • la pasta con le cozze (spaghitte o vremecìidde che le cozze)
  • i gamberoni (i camberòune o gamberòune);
  • il baccalà fritto (u baccalà fritte);
  • le crudité di verdura e ortaggi (i sopatàuue); 
  • le cartellate (i carteddàte), dolcetto tipico di Natale confezionato in casa. 

Sono composte da pasta preparata con semola di grano duro fritta e sagomata in modo da poter contenere il vincotto (u ccuètte)

Non possono, inoltre, mancare le cime di rapa stufate, mangiate anche nel leccese con molto peperoncino e conosciute per questo come rape infuocate (‘nfucate), i carciofi e i cavolfiori fritti. 

Il giorno di Natale invece si colora di rosso: il 25 dicembre in Puglia si mangiano grandi classici come le orecchiette (le ricchitedde), preparate rigorosamente a mano, al ragù di brasciole, ovvero involtini di carne di cavallo o vitello al sugo o, in alternativa, la pasta al forno.

Riguardo ai dolci tipici, nel leccese, è doveroso menzionare i purceddrhuzzi, simili agli struffoli napoletani, e il pesce di pasta di mandorla (pesce de pasta de mendula). Questi piatti non sono solo ricette, ma veri e propri simboli di abbondanza e prosperità.

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Proverbi culinari natalizi: la saggezza popolare a tavola

Quando si parla di cibo, soprattutto durante le festività natalizie, i proverbi pugliesi diventano ancora più significativi. Sono un concentrato di saggezza popolare che tramanda valori e credenze legate alla convivialità e alla ricchezza della tavola. 

Proverbio culinario sammichelino: “U Natale nasce u Rèdèntore more u purche sénza delore”

Dalla fonte Indagando nel passato…Oggi dell’Istituto Comprensivo Statale di Sammichele di Bari, SUMA Editore.

Traduzione: “A Natale nasce il Redentore, muore il maiale senza dolore.” 

Significato: Questo detto evidenzia come, nella cultura popolare, il periodo natalizio sia un momento di passaggio e di abbondanza, carico di simboli religiosi e pratiche contadine. La specifica “senza dolore” potrebbe avere un tono ironico: nel contesto popolare sottolinea che per il maiale questo era un destino inevitabile.

Proverbio culinario pugliese: “Ce non fasce u dessciùne de Natale o iè cciùcce o iè ccane”

Dalla fonte Proverbi Pugliesi di Alfredo Giovine, GIUNTI Editore.

Traduzione: “Chi non fa il digiuno di Natale o è asino o è cane.”

Significato: Anticamente, il digiuno prima di Natale era un modo per prepararsi spiritualmente alla festa, dimostrando devozione e sacrificio. La scarsità di risorse e una forte credenza religiosa spingevano le persone a valorizzare ogni alimento e a rispettare rituali come il digiuno. Il cibo era considerato prezioso, e le famiglie cercavano di consumare il minimo necessario, riservando gli sforzi per i giorni di festa.

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I giochi natalizi della tradizione

Durante le festività natalizie, dopo i lunghi pranzi e cene, tra le famiglie pugliesi non mancano i giochi tradizionali come la tombola o il mercante in fiera. Immancabili anche le carte napoletane (o le Federiciane per i Pugliesi più fanatici) che riuniscono adulti e bambini attorno al tavolo per momenti di allegria e competizione. Tra i più popolari ci sono: 

  • la scopa (la scòpe);
  • la briscola (la brìschele);
  • il Tressette (u tresètt); 
  • il cucù (u cucù); 
  • il sette e mezzo (u sètt e mmìinze); 
  • la stoppa (la stoppe); 
  • Asso prendi tutto (ass’ pigghj’ tutt); 
  • il due di spade (u dù de spate).

Tra gli altri giochi tradizionali pugliesi bisogna per forza di cose menzionare Piattino. Questo gioco si lega all’atmosfera natalizia, quando le famiglie si radunano e scommettono simbolicamente piccole somme di denaro, dolci, o semplici oggetti simbolici. 

Questi momenti di svago sono accompagnati da risate e battute che risuonano tra le pareti domestiche.

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Tra canti, detti popolari, giochi tradizionali e sapori autentici, ogni celebrazione diventa un’occasione per rivivere l’identità di una terra ricca di cultura e di valori. È proprio in queste tradizioni che si ritrova il vero significato del Natale in Puglia: l’unione, la condivisione e la gioia di sentirsi parte di una comunità che, anno dopo anno, rinnova il proprio legame con il passato.

4 Commenti

  1. Maria Carmela Susca

    Complimenti! Della tradizione natalizia in Puglia direi che c’è ricchezza di particolari sotto molti aspetti. Continuate così e sarà un piacere leggervi.

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    • Giulia Maio

      Grazie Maria, siamo molto contente che abbia apprezzato l’articolo della nostra redattrice Sara. Ci preme particolarmente raccontare le tradizioni pugliesi perché sono elemento identitario della regione e continueremo a farlo. Torni a leggerci presto!

      Rispondi
  2. Pasquale

    La descrizione delle tradizioni natalizie pugliesi è molto ricca e ben documentata. Il vostro lavoro di raccolta e diffusione dei costumi del passato è prezioso ed estremamente interessante. Grazie per il vostro impegno a beneficio di tutta la comunità regionale.

    Rispondi
    • Priscio di Puglia

      Grazie infinite, Pasquale! Ci fa piacere che abbia pienamente colto l’obiettivo del nostro lavoro e, nello specifico, di questo articolo firmato dalla nostra Sara. Torni a leggerci presto!

      Rispondi

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